02 Maggio 2024
Comunicati e News

O COM'ESSE'.....?

13-03-2023 19:11 - News
Tipica espressione santacrocese (al pari di “bodde” e di “diassa”), che identifica una domanda qualsiasi, sia essa futile o più impegnativa
“O com'essè….” Inizierà la brava massaia santacrocese rivolgendosi al marito “…se domenica facessi il cunigliolo in umido”? oppure
“O com'essè…..” direbbe il giovanotto santacrocese, in piazza su Fossi, vedendo arrivare l'amico
“…n'do' vai con codesto popò di viso di bischero….?”
E quindi, di conseguenza:
“O com'essè…” dirà l'appassionato Ultrà dei Lupi: “…O se s'andasse a Motta?”
Questa la domanda apparsa sul gruppo sabato mattina (tardi).
Se qualcuno avesse tirato un petardo in biblioteca avrebbe fatto meno effetto:
“Noi andiamo” - è stata la prima risposta
“Io verrei” – la seconda, ribadita da un “facciamo una pazzia”
“Non me lo dite due volte” – la terza.
Eravamo già in quattro persone, la prima macchina era fatta.
C'è addirittura chi ha domandato (sabato) : tra quanto partite? O' bischero, è per domani !! (domenica).
La voglia di partire è tanta, c'è la necessità di una trasferta, è dalla prima di campionato con Ravenna che non si organizza qualcosa….
Tempo mezzora eravamo già in sette, con due auto.
Avviso per tutti sul gruppo, per eventuali partecipanti da aggiungere e via con il carico del materiale: striscione, bandiere, megafono e tamburo.
O com'essè…., un fumogeno? (ecco un altro tipico esempio di utilizzo dell'espressione), vai ficca in bauliera anche il fumogeno.
Appuntamento alle 09,15 davanti al palazzetto, vogliamo prendercela comoda e goderci la giornata intera, tutta per noi. Ce la prendiamo talmente comoda, che partiremo intorno alle 10,00.
La meta iniziale è Treviso, perché la partita si giocherà a San Donà di Piave, ma vogliamo prima vedere un po' di mondo, facciamo quindi rotta su un capoluogo da noi poco conosciuto ma che reputiamo possa offrirci scorci di architettura e centro storico interessanti, è terra di Prosecco.
O cosa c'entra l'architettura col vino? Nulla, ma un prosecchino……ci sta sempre bene.
Chi legge suggerirà: “O com'essè…un prosecco?” Bravo! Hai capito perfettamente il tema.
Durante il viaggio si bischereggia, c'è chi prova nuovi cori, in un attimo siamo vicino a Padova, sosta tecnica e poi: mangiare? A Treviso, a Treviso, bene: fissa. Niente da fare: tre posti, tre risposte negative: tutto pieno.
Che si fa? Ci penso io: conosco un posticino…..
Non fatevi illusioni, è una pacchianata gigantesca, ma proviamolo, ci sono passato davanti tante volte, ma non l'ho mai provato, tra l'altro siamo vicini, mancano pochi kilometri.
Proviamo: “Pronto? Si?...per sette….si?.....Fedeli…..si, come quelli del Papa!!” vai, ci sarà da ride'
Entriamo: ohhhh (stupore) – si tratta infatti di un ristorante a tema “Venezia” (Venexian è il nome) che ripropone una ambientazione sull'acqua, con tavoli a bordo di barche e barconi, e stradine con i nomi alla veneziana (Calle di qui, Sottoportego di la…), è simpatico, ma di originale non c'è nulla, la cameriera è straniera (dell'est), il cameriere ha un accento strano, del sud: “non sarai mica di Gioia del Colle eh?” – “A chi? Io sono bareuse!!! (di Bari ndr)”
Si riparte, direzione Treviso. Ci arriveremo da due direzioni diverse, infatti al casello di Mestre ci perdiamo di vista (eravamo due macchine eh, no mille) e chi arriverà dall'autostrada, chi da strade normali che attraversano la campagna. Il bello delle trasferte.
Ci ritroviamo alla stazione, unico posteggio vicino al centro, e via per le stradine di questa piccola città attraversata da canali e ponti sull'acqua (vedi foto)
O com'essè….un gelato? (riborda).
Ora, immaginatevi un centro città, con i palazzi antichi (Il Palazzo dei Signori, edificio storico di Treviso), le persone a passeggio, e nella quiete assonnata della domenica pomeriggio:
“Sempre insieme a te saròò – sola mai ti lascieròò – sono nato biancorosso – e da Lupo morirò!”
E anche “ Te l'ho promesso da bambino – per sempre ti sarò vicino – e quando questo coro senti – è la Curva del Parenti….” – sette stupidi (ma mica poi tanto…) a giro per il centro con la felpa 1973 a cantare i cori della Curva. E il Prosecco non l'abbiamo nemmeno toccato…..
Via via che è quasi l'ora, dobbiamo andare a San Donà. Ci arriviamo a San Donà di Piave, dalla parte opposta a quella prevista dal navigatore, ma ci arriviamo, forse uno scherzo del destino ha voluto che, sbagliando strada, arrivassimo da sud, e che attraversassimo il “Fiume Sacro alla Patria”, prima di entrare in città e raggiungere il palazzetto sede della partita, passando sul ponte di ferro a guardia del quale sta la statua gigante di un Bersagliere, a ricordo perenne dei caduti della Grande Guerra. Dovrei avere a casa una foto di me bambino davanti a questa statua, primi anni '70, ricordi di gioventù…..
Il palazzetto è piccolo ma moderno, un po' basso, saranno tanti infatti i palloni che batteranno sul soffitto durante la partita, ha due tribune contrapposte, ci assegnano una zona dove possiamo appendere i nostri striscioni e piazzarci, in attesa dell'inizio della partita, nel frattempo saluti agli amici, giocatore e parenti.
Fischio d'inizio, tutti in piedi per un minuto di silenzio per le vittime del naufragio dei giorni scorsi. Ecco, un silenzio così completo non lo avevamo mai sentito, ne abbiamo parlato dopo, fuori dal palazzetto mentre stavamo per ripartire: un silenzio assordante.
E poi…giù tutto il repertorio, siamo sette ma ci sentono, eccome se ci sentono.
I sostenitori avversari (non molti più di noi) si affidano ad una batteria di tamburi (rullante e tom, con aggiunta successiva di un tamburo in pelle tipo rievocazione medievale della disfida Peringiù/Perinsù di Montopoli, sembra quasi il “rinforzino” alla cena del Conte Mascetti di Amici Miei), al megafono di Big Jim e al pezzo forte della serata: trombetta ad aria, modificata e collegata ad una pompa da bicicletta di quelle che si tengono ferme con i piedi. L'operatore di tale marchingegno con la destra pompa e con la sinistra batte il tamburo. Nelle pause, canta. Da buttarsi in terra…..
Come va a finire la partita lo sappiamo tutti, e come sempre non è nostro compito parlarne, certo ci dispiace, ma abbiamo fatto tutto il possibile per dare sostegno alla squadra, per questo siamo soddisfatti di noi stessi, lo dimostriamo continuando a cantare fino alla fine e anche dopo, fino a che l'ultimo nostro giocatore ha lasciato il campo, ed iniziano le interviste, obbligando i giornalisti a spostare la location più lontana da noi, altrimenti non avrebbero inteso le parole dell'intervistato.
Basta, facciamo cartella e fuori ci “spariamo” un panino autogestito, ringraziando chi ha pensato a portare il necessario per prepararlo. Eh si, siamo “ricchi” una sola volta al giorno, poi torniamo “greggi” come sempre, ma condividendo tutto.
“E versò il vino, spezzò il pane, per chi diceva ho sete ho fame” (De Andrè – Il Pescatore).
Mi raccomando eh? Ora si va a casa dritti filati, senza nemmeno fermarsi per pisciare.
Ma prima di Bologna: O com'essè…un caffeino?
Si, ciaoo, alla prossima.

p.s.: prossima trasferta: Reggio Emilia, lunedì 27 marzo – ore 20,30 – giorno di lavoro
al PalaBigi di Reggio Emilia: solo barbieri……

secondo p.s.: per i video, cercate su Instagram/Facebook

Uno Bravo (ma bravo sodo eh?)







Fonte: Acqua Lete

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